Come aprire la partita IVA
Aprire una partita IVA rappresenta un passo fondamentale per chiunque desideri intraprendere un percorso di autonomia professionale e imprenditoriale. È un segnale di coraggio e determinazione, un impegno verso la costruzione di un futuro indipendente e personalizzato. Questo processo non solo apre le porte a nuove opportunità di crescita e sviluppo personale, ma consente anche di mettere in pratica le proprie idee e competenze in un mercato competitivo.
Requisiti per aprire una partita IVA
Aprire una partita IVA in Italia è un passo fondamentale per chiunque desideri avviare un’attività economica in proprio, sia essa commerciale, artigianale, professionale o agricola.
In Italia è obbligatorio rispondere ad alcuni requisiti minimi, tra cui:
età, avere almeno 18 anni
possedere i requisiti psichici tali da avere la capacità di intendere e di volere
essere residente in Italia
soddisfare i requisiti specifici richiesti dalla professione o settore nel quale si vuole operare. Si ricorda che i requisiti possono variare a seconda del codice ATECO che viene scelto.
I requisiti per poter procedere presuppongono, prima di tutto, la scelta della forma giuridica da adottare, tra:
impresa individuale, ideale per i singoli imprenditori o liberi professionisti;
- società di persone, che può declinarsi in:
- società semplici (S.s.)
- società in nome collettivo (S.n.c.)
- società in accomandita semplice (S.a.s.)
società di capitali, ossia società a responsabilità limitata (S.r.l.), società per azioni (S.p.A.), e società in accomandita per azioni (S.a.p.A.).
In secondo luogo, è essenziale individuare il codice ATECO che possa identificare al meglio l’attività che si andrà a svolgere; l’imprenditore o il libero professionista che vogliono aprire partita IVA deve scegliere all’interno di un elenco di alternative a disposizione.
A questo punto è necessario procedere con l’iscrizione al registro delle imprese presso la Camera di Commercio competente per territorio; l'iscrizione è obbligatoria per le imprese commerciali, artigianali e agricole.
Con il supporto di un professionista bisogna considerare quale sia il regime fiscale più adatto all’attività oggetto della partita IVA. Tra le alternative a disposizione ci sono:
regime forfettario
regime ordinario
I massimali per ciascun regime fiscale possono variare di anno in anno, ma in linea di massima si può affermare che il regime forfettario si adatta meglio alle necessità delle attività che sono state appena avviate, mentre l’ordinario è riservato a coloro che superano i limiti di fatturato del forfettario.
L’apertura della partita IVA di per sé richiede il supporto di un professionista qualificato che possa prendersi carico anche delle comunicazioni successive, come l’iscrizione alla gestione previdenziale INPS o privata nonché adempiere a tutti gli obblighi amministrativi e contabili previsti dalla forma giuridica scelta.
Quanto costa aprire una partita IVA
Aprire una partita IVA in Italia comporta una serie di costi variabili a seconda della tipologia di attività e delle specifiche necessità dell’imprenditore:
iscrizione al registro delle imprese, obbligatorio per molte attività comporta un costo variabile. Per le ditte individuali, questo costo può essere intorno ai 100-200€, mentre per le società può arrivare fino a 600 €;
diritti camerali, le imprese devono versare annualmente i diritti camerali, che variano in base alla tipologia di attività e alla dimensione dell'impresa. Questo importo può oscillare tra 50 € e 200 € all'anno per le ditte individuali e può essere superiore per le società;
consulenza del commercialista, il cui costo può variare tra i 200 € e i 500 € a seconda della complessità dell’attività e della zona geografica;
contributi previdenziali, gli imprenditori e i lavoratori autonomi devono iscriversi alla gestione previdenziale INPS. I contributi fissi per artigiani e commercianti sono circa 3.800€ all'anno, indipendentemente dal reddito, con l’aggiunta di una percentuale variabile sul reddito eccedente (24% circa);
imposte, il regime fiscale scelto (forfettario o ordinario) influisce notevolmente sui costi. Nel regime forfettario, l’imposta sostitutiva è del 15% (5% per le nuove attività per i primi cinque anni) sul reddito imponibile. Nel regime ordinario, oltre all'IRPEF, anche IRAP e altri tributi locali;
programmi per la contabilità e gestione della fatturazione elettronica;
gestione contabile e dichiarazioni da parte di un commercialista variano tra i 1.000€ e i 3.000€ all'anno, a seconda del volume di affari e delle specifiche necessità dell’impresa.
Oltre a questi importi aprire una partita IVA richiede anche la necessità di sostenere altri importi, tra cui quelli per poter acquistare altre licenze autorizzazioni oppure per sottoscrivere eventuali polizze assicurative.
Aprire partite IVA a regime forfettario
Il regime forfettario rappresenta una modalità semplificata di gestione fiscale per le piccole attività e i liberi professionisti in Italia. Introdotto per agevolare le micro-imprese e i lavoratori autonomi, offre vantaggi significativi in termini di semplificazione contabile e agevolazioni fiscali.
I requisiti per accedere al regime forfettario 2024 includono:
ricavi o percepito compensi, ragguagliati ad anno, non superiori a 85.000€ euro. Se si esercitano più attività, contraddistinte da codici Ateco differenti, occorre considerare la somma dei ricavi e dei compensi relativi alle diverse attività esercitate;
aver sostenuto spese per un importo complessivo non superiore a 20.000€ lordi per lavoro accessorio, dipendente e compensi a collaboratori, anche a progetto
Si ricorda che il limite di ricavi era in precedenza fissato a 65.000€, ma è stato alzato a 85.000€ con la Legge di Bilancio 2023.
È opportuno sottolineare che anche chi inizia un’attività può accedere al regime forfetario, a condizione che possa avere i requisiti sopra elencati. In ogni caso, il regime forfettario cessa di avere applicazione al decorrere dell’anno successivo da quello in cui l’imprenditore o il libero professionista ha superato il limite di reddito previsto. Questo avviene a condizione che non si superino 100.000€ di ricavi o compensi: in questa evenienza non è più applicabile dallo stesso anno.