Scatta in Italia dal 30 giugno 2022, per chiunque eserciti attività da professionista o commerciante, il POS obbligatorio. Di pari passo entreranno in vigore anche le sanzioni, previste qualora non ci si adegui e non si accettino, quindi, pagamenti elettronici. Entra di fatto in vigore l’obbligo di avere tra le opzioni di pagamento il Pos, come previsto dal Decreto PNRR.
L’obbligo di accettare i pagamenti elettronici riguarda tutti gli esercenti che effettuino attività a contatto con il pubblico di vendita o servizi. Questa normativa, già introdotta nel 2014, viene rafforzata con il PNRR 2, che non solo prevede la possibilità di effettuare transazioni con il dispositivo elettronico su richiesta del cliente, ma introduce sanzioni per coloro che si opporranno a suddetta modalità di pagamento, o che saranno sprovvisti della strumentazione necessaria.
Il 30 giugno, quindi, sarà la data nella quale sarà reso effettivo il PNRR 2; vediamo nel dettaglio tutto quello che c'è da sapere sul POS obbligatorio 2022, chi sarà esentato da tale obbligo, i costi per i commercianti e le esenzioni
Quando è obbligatorio il POS?
Importante è capire per chi e quando è obbligatorio il POS, facendo una distinzione delle diverse circostanze. A tal proposito, stileremo una lista di tutti coloro che a breve non potranno più avvalersi della possibilità di rifiutare il pagamento POS obbligatorio.
Partiamo dai commercianti: rientrano in questa categoria i negozianti (che siano piccoli o grandi negozi per il decreto non fa differenza), quindi tutti coloro che vendono merci senza distinzione di luogo. Fanno parte di questa categoria anche i venditori ambulanti.
POS obbligatorio per chi fa parte della categoria degli artigiani, tra i quali rientrano falegnami, fabbri, vasai… per passare a tutte le attività facenti parte della ristorazione ossia bar, chioschi, pub, ristoranti, forni e pizzerie.
Passiamo poi ai professionisti: rientrano in questa macroarea tutti coloro che esercitano attività in proprio. Appartengono a questa categoria notai, avvocati ma anche termoidraulici, elettricisti, medici privati, consulenti e architetti.
Infine, la normativa riguarderà anche tutte le attività ricettive come hotel, B&B, agriturismi e ostelli.
Per chi non è obbligatorio il POS
Alcune categorie restano invece ancora escluse da questo obbligo, vediamo nel dettaglio per chi non è obbligatorio avere il POS. Tra le principali categorie a contatto diretto con il pubblico, troviamo tabaccai e benzinai, i quali versando tasse statali (come, ad esempio, le accise sulla benzina o le marche da bollo) hanno già un’elevata tracciabilità delle loro attività e non si rende, pertanto, al momento necessario inserire un obbligo di questo tipo.
Abbiamo poi tra questi, i professionisti che fanno parte di studi associati e che di conseguenza non sono a diretto contatto con la clientela. Essi non hanno l’obbligo di utilizzo del POS in quanto non fatturano direttamente al cliente finale, ma al titolare dell’impresa, quindi questa tipologia di controllo non si rende ancora indispensabile.
Anche i soggetti appena elencati potrebbero, tuttavia, essere inseriti successivamente come destinatari del Decreto e quindi degli obblighi. Infatti, già se ne sta discutendo per gli anni a venire al fine di rendere la lotta all’evasione fiscale ancora più efficace.
Le sanzioni
Con l’obbligo che diventerà effettivo dal 1° luglio 2022, e la modifica del Decreto in vigore dal 2014, scattano le sanzione, in caso di contravvenzione, per tutti quei soggetti che abbiamo elencato e che saranno obbligati ad adeguarsi alla modalità di pagamento elettronico.
Nel dettaglio parliamo di una sanzione di 30 euro, alla quale và aggiunto il 4% in base all’ammontare del pagamento in questione. Se ad esempio la transazione è di 100 euro, l’esercente sprovvisto di POS, dovrà pagare una multa di 30 euro più il 4% di 100, per un totale di 34 euro.
Come illustrato nell’esempio, si tratterà di una doppia sanzione applicabile anche per importi minimi, infatti, se riportiamo l’esempio su un pagamento rifiutato dal commerciante per un valore di 5 euro, comunque quest’ultimo si ritroverà a pagare una multa di 30,04 euro, questo per far si che si riduca al minimo l’evasione fiscale e che ci sia un controllo più stretto a tutti i livelli di commercio.
Incentivi per i commercianti
Accanto alle sanzioni previste per il mancato adeguamento di professionisti e commercianti, andiamo a vedere un altro tassello fondamentale dell’obbligo del POS, ovvero quello relativo agli incentivi ai quali questi soggetti potranno accedere per rendere meno oneroso quanto imposto dal decreto.
A tal proposito troviamo tre principali forme di incentivo ovvero:
il credito d’imposta per l’acquisto, il noleggio o l’utilizzo di POS collegati ai propri registratori di cassa;
il credito d’imposta riguardante le commissioni inerenti ai pagamenti con POS;
il credito d’imposta per l’acquisto di sistemi tecnologici di incasso, che nel medesimo istante del pagamento memorizzano e trasmettono in via telematica i dati dei corrispettivi.
Le agevolazioni fiscali riguardanti i pagamenti con POS sono state modificate ulteriormente dal decreto-legge n. 99/2021, che ha potenziato il credito d’imposta sulle commissioni per i pagamenti elettronici, inserendo un bonus del 100% per gli addebiti su tutte le transazioni con carte o bancomat tramite dispositivi collegati direttamente alla cassa. Tale bonus, già in vigore, avrà come scadenza proprio il 30 giugno, di conseguenza verrà applicato il bonus ordinario previsto del 30% per le transazioni elettroniche.
Altro incentivo previsto è quello per l’acquisto del POS, esso riguarderà solo i dispositivi che si possono collegare direttamente al registratore di cassa e sarà erogato per un importo massimo pari a 160 euro in base ai ricavi e ai compensi dichiarati: 70% fino a 200.000 euro, 40% da 200.000 ad un milione, 10% per ricavi tra un milione e 5 milioni di euro.
Infine abbiamo il bonus per chi si doterà di strumenti tecnologici evolutivi che consentiranno di memorizzare e trasmettere telematicamente i dati delle transazioni. In questo caso, il tetto massimo fissato per l’incentivo è di 320 euro, assegnati anche in questo caso in base a ricavi e compensi. Nel dettaglio troviamo un bonus del 100% per ricavi fino a 200.000 euro, del 70% fino ad un milione di euro e del 40% tra un milione e 5 milioni di euro.