Anche quest’anno Nexi ha fatto sentire la sua presenza a Campus Party, questa volta in versione digitale, con l’obiettivo di dimostrare, insieme agli altri partner ed interlocutori, che nonostante la crisi, o come sua conseguenza, il mondo dell’innovazione è in continua crescita.
Il tema che ha dominato la scena è l’Open Banking, un nuovo ecosistema ed in parte ancora inesplorato dove Nexi - un po’ pioniere, un po’ avventuriero - sta aprendo la strada ad ulteriori opportunità di business.
Sarah Delforno, Strategy Lead nel Business Development di Nexi, ha affrontato il tema del digital Open Banking, approfondendo le partnership con Conio, Cred e Bankify.
Ci puoi spiegare cosa è l’Open Banking per Nexi e cosa Nexi sta facendo in termini di partnership?
Vorrei definire cosa è l’Open Banking prima di tutto dicendovi cosa non è l’Open Banking: Open Banking non coincide solo con la PSD2, o meglio, possiamo dire che ci sono due facce della stessa medaglia: la prima, legata alla regolamentazione europea, la PSD2 appunto, che stabilisce delle regole per le banche legate ai conti correnti e ai dati transazionali e che fornisce ai clienti informazioni trasparenti ed una visione accurata sulla loro situazione finanziaria; la seconda invece è più ampiamente collegata all’opportunità, per una istituzione finanziaria tradizionale, di stabilire una collaborazione con un attore esterno, per esempio una fintech, e trovare una soluzione efficiente con un approccio “plug and play”, rilasciando quindi al mercato e ai clienti finali nuovi servizi non necessariamente legati all’accesso ai conti.
Quindi possiamo dire che l’Open Banking non è solo una materia collegata ad una audience tecnologica. Sicuramente è dotata per sua natura di tecnologia, API, Cloud, Artificial Intelligence, ma più ampiamente è un ecosistema di nuove opportunità di business.
L’Open Banking è un nuovo paradigma spostato verso l’industria finanziaria che sta progressivamente trasformando il modo in cui le Banche faranno business nei prossimi due o tre anni. Per fare solo un paio di esempi: l’Open Banking permetterà alle Banche di rilasciare e arricchire nuove value proposition grazie ad alcuni nuovi servizi rilevanti, attirare nuovi clienti, conoscere meglio la propria customer base e quindi creare servizi su misura, offerte più profilate e più accurate, settare il budget spostandosi selettivamente da sviluppi interni a risorse esterne e ovviamente migliorare l’efficienza dei processi di front line e back office.
Partendo da queste considerazioni, Nexi di fatto ha sviluppato un’iniziativa strategica intorno all’Open Banking: questa iniziativa si chiama Nexi Open e ha lo scopo di rendere concreto l’Open Banking a beneficio delle nostre Banche Partner che, ad oggi, sono circa 150 (in Italia).
Nexi Open è un ecosistema composto da player che offrono servizi innovativi alle nostre Banche, ricoprendo diversi verticali nei rispettivi settori.
Abbiamo a bordo Tech Companies, player globali in grado di potenziare i servizi di Open Banking delle terze parti grazie alle loro tecnologie avanzate come cloud analytics, abbiamo ad esempio recentemente siglato una partnership con Microsoft; lavoriamo con Società di consulenza che possono fornire alle nostre Banche punti di vista avanzati su innovazione, il futuro del banking e dell’Open Banking; parliamo con Istituzioni e promuoviamo un dialogo costruttivo con gli Enti di controllo per guidare il futuro del fintech e studiare come l’Open Banking possa beneficiare dei differenti Stakeholder coinvolti; lavoriamo con acceleratori e incubatori che portano sul mercato il meglio dell’innovazione internazionale. A proposito vorrei citare Plug&Play che possiamo definire un “Fintech hub”: lavoriamo fianco a fianco per cercare le Fintech più promettenti in Europa e portarle alle nostre Banche partner. Lavoriamo anche con acceleratori italiani concentrandoci sull’evoluzione delle Fintech domestiche. Ultimo punto ma non meno importante, in Nexi Open abbiamo a bordo all’incirca 15 Fintech, tutte legate da diversi punti in comune: rilasciano soluzioni bank-friendly, non entrando in conflitto tra loro; hanno già un go-to-market attivo, dimostrando la loro capacità di lavorare con istituzioni complesse quali le istituzioni finanziarie; infine, abbiamo selezionato fintech che coprono verticali prioritari per le Banche.
Abbiamo Fintech che rilasciano soluzioni Open Banking nel campo del credito, per esempio credit scoring basato su Open Banking, che analizza lo storico delle transazioni su conti correnti multipli. Come sapete il credit focus è diventato ancora più rilevante nel periodo di Covid-19, che ha messo in difficoltà molte attività di business e l’occupazione in generale.
Abbiamo anche fintech che operano in campi puramente finanziari come investimenti e assicurazioni che sono una leva potente per Banche con necessità di strategie innovative ed efficienti.
Quali sono le principali sfide affrontate con le fintech?
Ho parlato con molte Fintech nell’ultimo mese e la mia opinione è che bisogna essere semplici nello spiegare il proprio business. Spesso può capitare di spiegare quali siano i prodotti e servizi offerti a qualcuno che fa un lavoro differente e che quindi non ha dimestichezza, capacità IT, e probabilmente poco tempo, per comprenderli. Anche se il tuo servizio è complesso e tecnologicamente avanzato, bisogna fare il massimo sforzo per spiegare il proprio business affinchè una Banca scelga le tue soluzioni e non altre equivalenti sul mercato.
Quali sono i principali vantaggi di essere parte di un ecosistema come Nexi Open?
La migliore opportunità per una Fintech che entra a far parte di un ecosistema aperto è quello di velocizzare ed ampliare il proprio business.
Nexi può accelerare il go-to-market velocemente in quanto serve tutte le Banche italiane ed è in grado di fornire una piattaforma per promuovere soluzioni ai clienti e al mercato. Tutto questo lo fa attraverso una forza commerciale ma anche attraverso eventi e capacità di comunicazione.
Per quanto riguarda le crypto currencies?
Il tema delle digital currencies è molto interessante, in particolare quello degli stable coin, che hanno superato i limiti dei bitcoin e rappresentano un mercato con grandi potenzialità di crescita così come un’opzione di investimento molto valida anche per le persone giovani che hanno entrate finanziarie ancora incerte e che devono costruire il loro futuro finanziario.
Le Open API sono sicure?
Le Open API sono basate su protocolli quindi sicure per definizione. Sono sicure sia da un punto di vista tecnologico, sia da un punto di vista bancario. Quando una Banca inizia una collaborazione con una Fintech o con altri partner esterni, vengono eseguiti tutti i check di sicurezza per essere pienamente compliant.
Infine, le API sono sicure anche dal punto di vista degli utilizzatori perché grazie all’account information service abilitato dalla PSD2, le Banche o le terze parti possono accedere al conto del cliente solo previa autorizzazione.